Mai più troppa Luce.

L’Aliena

Dal romanzo “Mai più troppa luce”

Oggi è un giorno grandioso, da segnare sul calendario. E’ entrata qui, nella palestra in cui lavoro come segretaria tuttofare per mantenere i miei studi ed il mio guardaroba. L’ho potuta osservare per circa due ore. Sono troppo contenta che lei sia qui, intendiamoci, mi domando però cosa ci venga a fare; è praticamente perfetta, non quella perfezione da copertina, irreale ed irraggiungibile, no, di più. La perfezione quotidiana. La perfezione sempre, anche dopo un’ora di Pilates secco!

E’ inutile descrivere il raggio di luce abbagliante che ha portato in questo luogo grigio, metallico, finto, misto di un odore di gomma, ferraglia di attrezzi da tortura, detersivo igienizzante e sudore d’ascelle.

C’è stato un sussulto generale al suo ingresso, sia dalla fazione “uomini assatanati”, sia da quella “donne cellulitiche complessate”. Io sto da tutt’altra parte. Io, da sola, da quando ho memoria, forse anche da molto prima.

No, non sono pazza, almeno non credo. Semplicemente, lei è il mio mito, la mia icona, la mia eroina.

Sono una sfigata? Forse sì. Non mi importa. Io sono il suo “Grande Fratello” e lei, inconsapevolmente, il protagonista del mio “The Truman show”. Mi sento un po’ guardona, un po’ regista, un po’ spettatrice  della sua vita.

“Azzurra!… Azzurraaaaaaaaa??!! Che cos’hai, hai avuto una visione?!”

“EH?!…Oh sì…scusa Valter, no…è che…”

“Dai Forza, riprenditi e quando avrai finito di riempire il distributore, infilati una barretta in bocca. Sei bianca come un cencio!”

“Sì, sì, grazie Valter” che figuraccia!

“Poi sostituiscimi in segreteria, tra cinque minuti ho lezione”

continua sottovoce sospirando e con la bava alla bocca, il porco!

“Uhm, non vedo l’ora di contribuire al rassodamento di quelle chiappe spettacolari” poi, come un’illuminazione aggiunge “…ah già, della tua omonima! Guarda i casi della vita, avete lo stesso nome. L’unica caratteristica in comune, per il resto siete il giorno e la notte. E’ evidente chi sia la notte!” ride sguaiatamente, non potrebbe fare più schifo di così.

Azzurra, la mia omonima, esce dallo spogliatoio e viene inghiottita nell’aula di aerobica. Lei ed altre otto donne.

Dopo un’ora la lezione è finita. Fuori una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette…tutte sudate, spettinate, affannate, scoppiate!

Fuori otto, fresca come un fiori appena colto, le guance leggermente arrossate, radiosa più di prima. Mah? E’ un mistero! Passa davanti alla segreteria prima di andarsene, dopo una doccia, avvolta in un tubino blu attillato al ginocchio, le braccia lisce e toniche, le gambe muscolose e slanciate, i tacchi non esagerati. Rallenta un attimo per salutarmi, mi ha riconosciuta! Mi augura buona giornata; anche ben educata. E’ un’ aliena!

 

continua…

 

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